icerbox Macneal fabbrica by Unknown

autore:Unknown
Format: epub

Pastore

Albie ha indosso un farsetto di pelle di pecora ed è disteso su un giaciglio di cuscini assortiti nello studio di Louis. S’immagina il paradiso di cui parlano tanto i bravi cristiani, raffigurato come un nido tra le nuvole, e la sensazione che gli dà la pelle di pecora dev’essere la stessa che si prova lassú. Quanto gli piacerebbe saltellare da una nuvola all’altra! Mentre accarezza il morbido profilo del giacchetto, dall’altra parte della stanza si sente un brontolio. Ricorda che gli è stato detto di restare immobile, e cosí riporta la mano sul fianco.

– Quando mi pagate? – dice Albie fischiando sdentato. E poi, siccome adesso è anche lui un uomo d’affari, annuncia con il tono brusco che ha sentito usare a sua sorella: – Mi dovete dare un anticipo di due scellini, caro mio, mica starò qui a guardare che ve la svignate una volta finito il lavoro!

– Che cosa? – risponde Louis. – Non ho intenzione di svignarmela da nessuna parte. Questa è casa mia. E stai fermo.

– Scusate tanto, – dice Albie, ma gli prude il naso e prima di accorgersene si è portato una mano davanti al naso.

L’uomo brontola di nuovo.

– Non sono mica stupido, signore, proprio no. Se non mi date una bella moneta d’argento, io non vi faccio vedere un bel niente.

– Che cosa? – ripete Louis. – Ma di che diamine parli… E sbatte la matita sul foglio. – Considerati fortunato se alla fine decido di pagarti. Devi stare fermo, perdio!

La minaccia di non ricevere nulla in cambio è sufficiente a calmare l’impazienza di Albie per almeno un minuto e mezzo. Verrà pagato due scellini al giorno. Diventerà ricco quasi quanto i damerini del circolo. Se sapesse fare di conto, potrebbe calcolare quanti giorni di lavoro gli mancano prima di potersi permettere una dentiera.

– Ci sono per caso le pulci, tra quei cuscini?

– Chiedo scusa, signore, – dice Albie, sforzandosi di fare il bravo.

Gli ritorna in mente il corpo raggomitolato e coperto di Silas che sonnecchia sulla soglia del negozio abbandonato, nell’edificio di fronte, e rabbrividisce. Lo ha visto mentre andava da Louis e in un primo momento ha pensato che fosse un vagabondo. Ma quell’odore chimico l’ha riconosciuto subito, anche a distanza di qualche metro, e ha capito chi era. Si è chiesto se per caso Silas abbia scoperto dove abita Iris e la stia controllando.

Succhia il suo unico dente e riflette su cosa dire a Louis. Mi sa che c’è un uomo che si è fissato con Iris. Ma ha paura che Louis possa ridergli in faccia. Non ha la certezza che ci sia qualcosa di male, dopo tutto. Potrebbe intanto dirlo a Iris, ma lei è in giardino a disegnare uccellini intorno a una vecchia fontana coperta di muffa e non la vuole spaventare. Si ricorda dei segni rossi sul collo di Moll, il giorno prima. Non è forse meglio avvertire Iris, in modo che stia in guardia?

– C’è un uomo… – comincia Albie.

Louis si acciglia, gli lancia uno

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